L’esterno
Ricostruita e restaurata più volte nel corso dei secoli precedenti, la chiesa assunse l’attuale aspetto tardogotico nell’ultimo quarto del Quattrocento. Anche se allo scopo si ricevevano elemosine sin dal 1455, a seguito dell’indulgenza concessa da papa Callisto III a chi la visitasse e l’aiutasse, la raccolta di fondi per la sua ricostruzione fu sicuramente incrementata durante il pontificato di Pietro Barbo, nato nella parrocchia e papa dal 1464 al 1471. Nel 1472 il parroco Melchiorre Rizzardi constatava il precario stato di conservazione dell’edificio, abbattuto e ricostruito di lì a poco (si ritiene a partire dal 1475). La nuova chiesa venne consacrata nel 1505, come attesta la lapide posta in controfacciata, a sinistra della porta principale.
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Le lesene, concluse da piccole piramidi di mattoni che sottolineano lo slancio ascensionale, suddividono il fronte in tre parti, corrispondenti alla scansione degli spazi interni. Il fastigio presenta coronamenti a forma di quarti di cerchio sulle navate laterali, illuminate da due alte monofore a sesto acuto, e archi mistilinei su quella centrale, che prende luce da un occhio. Questo è sovrastato da una croce in pietra d’Istria decorata a racemi con foglie, proveniente dall’antico edificio bizantino.
Le porte laterali, inconsuete in questo tipo di facciata, ma documentate già dal 1550, sono con ogni probabilità frutto di modifiche successive. Il portale centrale, assai semplice, è sottolineato nella sua struttura da una cornice a bordi dentati. Nella lunetta si leggono a malapena i resti di un Battesimo di Cristo, affrescato probabilmente intorno al 1728 (Foscari, 1936) e in seguito malamente ridipinto. La sua esistenza alla metà del Settecento è attestata dalla lunetta di Jacopo Marieschi con la Traslazione a Venezia del corpo di san Giovanni Elemosinario, dipinta nel 1743 per la cappella dedicata al santo.