La cappella della beata vergine addolorata
Non si hanno notizie precise riguardo alla costruzione e alla decorazione della cappella, in origine juspatronato della famiglia Navagero.
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La cappella fu rinnovata nel 1684 dalla Compagnia del Santissimo Rosario, istituita in quell’anno e nell’occasione fu eretto un nuovo altare. Sulla mensa è oggi collocata una Pietà in terracotta policroma, opera di scuola tedesca del secolo XV. Entrata in chiesa nel 1507, la scultura era posta su un altare ligneo presso la porta laterale che immette nel campiello del Piovan. A seguito dell’istituzione della Confraternita del Suffragio dei Morti (1663), il capitolo della chiesa concesse a questa l’uso della statua come oggetto di culto e, successivamente, autorizzò il sodalizio a ricollocarla sul nuovo altare in pietra eretto nel 1666. Il gruppo non è menzionato da nessuna guida antica, anche se non è da escludersi che proprio ad esso si riferisca il Moschini (1815) quando, a proposito del trittico di Bartolomeo Vivarini «posto nell’altare a fianco del maggiore», auspica che «si tolga l’ingombro di quella statua di legno che le sta dinnanzi». Secondo l’Andreis (1885), peraltro, alla demolizione dell’altare del Suffragio, avvenuta nella prima metà dell’Ottocento, l’opera sarebbe stata collocata nella cappella dove si trova tuttora.
Il recente restauro (1985) ha liberato la scultura dalle pesanti ridipinture eseguite in epoche successive (che le avevano conferito una colorazione bianca con l’intento di simulare una scultura marmorea, forse per adattarla all’altare secentesco in pietra). Sono così venuti alla luce i resti dell’originaria policromia e i caratteri dell’intaglio (Borghese, 1993-1994), consentendo di confermarne l’attribuzione (Greco, 1982-1983) a un ignoto maestro di area tedesca, attivo nel secolo XV.
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